Le marine di Melendugno

Cinque piccole perle tra mare dai colori cristallini e storie dai contorni magici

Cosa può nascondere una piccola e graziosa cittadina brulicante di corti, frantoi ipogei e macchia mediterranea? Cinque piccole perle sul mare Adriatico, un “posto al sole” tutto per sé, e per migliaia di turisti ogni anno. Melendugno, centro agricolo immerso nella storia a metà strada tra Lecce e Otranto, possiede un vasto feudo arricchito dalla presenza di torri e strane costruzioni megalitiche, i dolmen (Placa e Gurgulante), antiche tombe preistoriche a camera singola. Un viaggio cromatico e nel tempo, se si pensa ai tanti luoghi incontaminati che rendono questa zona un piccolo angolo di paradiso. Stiamo parlando di una delle mete più gettonate delle vacanze al mare, eppure le marine di Melendugno non sembrano intaccate minimamente dal “turismo di massa”, preservando quell’aura di magia che da sempre ha caratterizzato la propria storia. Già, perché il segreto non sta solo nelle acque cristalline, nonostante Melendugno detenga il titolo della Bandiera Blu e delle Cinque Vele Legambiente che testimoniano la qualità del mare e del clima e la forte attenzione alla sostenibilità ambientale delle sue cinque meravigliose località turistiche. Oltre 15 km di litorale costellato da insenature, piccole spiagge, calette, dune, isolotti e faraglioni per uno spettacolo di cui è impossibile non innamorarsi.

Non sarà un caso che San Foca ospiti la famosa Grotta degli Amanti, secondo la leggenda così chiamata perchè due giovani vi si rifugiarono per ripararsi dal freddo vento di tramontana. La costa a falesia ed è caratterizzata da due insenature sabbiose, in una delle quali (quella a nord) sono presenti alcuni scogli con forme caratteristiche, come "li brigantini", "lo scoglio del sale", "lo scoglio dell'otto" (perché assomiglia al numero 8, scritto però in orizzontale). San Foca, che deve il suo nome alla Torre presente sul territorio, attualmente sede della Capitaneria di Porto, è un pittoresco centro di pescatori. Il suo porto, con le barche posizionate in questa zona di mare immobile, regala un suggestivo panorama, impreziosito da un particolare imperdibile: all’orizzonte, quando il cielo è limpido, è possibile scorgere la sagoma delle montagne dell’Albania, distante circa 72 miglia dalle spiagge di San Foca.

torre dell orsoSpiagge candide e mare cristallino, addolcito da un clima mite e ventilato. Il tutto magicamente racchiuso da una folta pineta. E’ Torre Dell’Orso, località amata dai numerosissimi visitatori che ogni anno la scelgono per trascorrere le proprie vacanze. Circa 900 metri di costa (foto sopra) per una delle baie più grandi del Salento, dal mare sempre azzurro e splendidi fondali. Sull’origine del nome esistono diverse ipotesi: secondo alcuni il nome “orso” farebbe riferimento alla foca monaca, così come sarebbe da ricondurre a Urso, cognome del probabile proprietario dell'agro nell'antichità, o deriverebbe da Sant’Orsola. Secondo alcuni, guardando la spiaggia con la torre alla propria sinistra, vi sarebbe una roccia raffigurante il profilo di un orso. L'erosione ha, nel corso dei decenni, modificato tale sembianza ma è tuttora ben visibile. Porto dell’antica città-santuario di Roca, come dimostrato da recenti studi, Torre dell’Orso era un importante scalo per i naviganti che giungevano o si recavano sull'altra sponda adriatica, le cui rotte sono citate anche nell’Eneide di Virgilio. A sud della scogliera è presente la grotta di San Cristoforo nella quale sono stati rinvenuti antichi graffiti, mentre ancora più a sud, a poca distanza dalla spiaggia, si incontrano due faraglioni, vicini e simili, detti Le due Sorelle. Secondo la leggende il nome deriverebbe da due sorelle che si tuffarono da una rupe nel mare in tempesta e persero la vita non riuscendo più a tornare a riva. Gli dei, mossi a compassione dalla loro grande ammirazione verso questo luogo, le tramutarono in faraglioni, affinchè potessero ammirarne la bellezza in eterno.

spiagge piu belle salento roca vecchiaBellezza naturale e storia si fondono in un luogo dal fascino unico: è Roca Vecchia, piccolo centro turistico dalla bellezza autentica e incontaminata che custodisce, tra le sue coste rocciose, una delle dieci piscine naturali più belle al mondo: le due grotte Posia (dal greco, "sorgente d'acqua dolce"), meglio note come grotte della Poesia (foto a lato). Si narra che una bellissima principessa amasse fare il bagno nelle acque della grotta, attirando l’attenzione di schiere di poeti provenienti da tutto il Sud dell’Italia che si riunivano in quel luogo per comporre versi ispirati alla sua bellezza. Luogo magico e dalla grande importanza in ambito archeologico: sulle pareti della grotta, nel 1983 sono state rinvenute delle iscrizioni messapiche (ma anche latine e greche), da cui è stato possibile stabilire che la grotta fosse anticamente luogo di culto del dio Taotor.

L’erosione del mare sulla roccia crea degli scenari naturali a dir poco magici. Ne è un esempio Torre Sant’Andrea, località caratterizzata da una costa prevalentemente rocciosa e ricca di grotte e piccole insenature. Anche questo posto prende il nome dalla torre che domina sulla cittadina, dove è presente il faro e il piccolo porticciolo, che ospita oltre le barche dei pescatori anche piccole imbarcazioni da diporto.
Anche grazie al suggestivo spettacolo di luci e colori tra mare e cielo, Torre Sant’Andrea è amatissima dai turisti e molto frequentata soprattutto nelle calde serate estive, potendo anche contare sulla presenza di diversi locali che la rendono una delle località della movida della costa Adriatica.

Torre Specchia, la marina più a nord, presenta un tratto di costa frastagliato e caratterizzato da piccole calette e isolotti, e ricco di vegetazione mediterranea. Luogo ideale per la pesca, si trova a un km dall’Oasi “Le Cesine” riserva naturale che si estende per 6 km. Anche a Torre Specchia è presente una torre a base quadrata, Torre Specchia Ruggeri, che fu costruita nel 1568 per difendere il territorio dai pirati e dagli invasori saraceni che infestavano la zona e minacciavano l’entroterra.

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