Lecce

Non innamorarsi del fascino barocco di Lecce è impossibile. Scommettiamo?

Lecce Santa Croce

A tratti spavalda, ma sempre con un tocco di mistero, Lecce è un museo a cielo aperto da scoprire poco a poco. Un luogo da vivere a ogni ora del giorno, quando il sole nel suo cammino incrocia la ricchezza dei suoi palazzi e crea un meraviglioso gioco di ricami e decori. La “Firenze del sud”, come la definì lo scrittore e storico tedesco Ferdinand Gregorovius, sa come affascinare turisti a visitatori, tutto l’anno. Come uno scrigno che raccoglie gelosamente i suoi tesori, il centro storico leccese trattiene la luce del giorno solo per sé, tra centinaia di vicoletti e stradine tortuose, balconi e corti fiorate. Passeggiare per le vie del barocco è un’esperienza musicale, dalle melodie veloci, gli arpeggi e gli abbellimenti raffinati che compaiono all’improvviso di fronte alle tante manifestazioni e testimonianze di un passato ancora vivo.

Le radici del capoluogo del Salento vanno ricercate nell’età messapica, ma solo la conquista normanna fece rinascere Lecce dopo secoli di dominazioni straniere. L’antica Lupiae divenne un importante centro commerciale e la sua ascesa determinò la decadenza della vicina città di Rudiae. Quel che rimane della dominazione romana e delle antiche origini della città è sotto gli occhi di tutti: tante le testimonianze e opere d’arte che vanno a mescolarsi con il barocco seicentesco, diffusosi durante la dominazione spagnola. Comun denominatore è la pietra leccese, roccia calcarea detta anche “pietra gentile”, in quanto dalla consistenza tenera e facile da modellare con lo scalpellino. Facile immaginare come la materia prima abbia contribuito a far sì che la fantasia e l’immaginazione barocca prendesse forma in tutta la sua esuberanza, attraverso le particolari decorazioni che arricchiscono i rivestimenti degli antichi palazzi e delle tante chiese che affollano il centro storico.

Il più celebre esempio del barocco leccese è la Basilica di Santa Croce, la cui facciata è sintesi dell’arte di tre generazioni di maestri, quali Gabriele Ricciardi, Francesco Antonio Zimbalo, Cesare Penna e Giuseppe Zimbalo. Dal forte impatto visivo, l’esterno presenta elementi di stile romanico a cui si sommano decorazio ni tipicamente barocche. Il risultato è un imponente altare ricamato che si offre allo sguardo del visitatore in tutta la sua magnificenza. Ad affiancare la maestosa opera un raro esempio di barocco sobrio, rappresentato da Palazzo dei Celestini, oggi sede della Prefettura e dell'Amministrazione Provinciale.

Piazza Duomo

Anche il turista meno attento non può non sentirsi immerso nel fascino barocco una volta giunto in piazza del Duomo (foto). Come in un grande abbraccio, il cortile del Vescovado, costruito nel XII secolo, si apre in tutta la sua maestosità. Fondamentale nello sviluppo dell’arte barocca fu il clero, che volle fare di Lecce una piccola reggia, simbolo di prestigio personale. La costruzione della chiesa cattedrale in stile barocco leccese fu ad opera dell’architetto Giuseppe Zimbalo, detto lo Zingarello, proprio su richiesta di Luigi Pappacoda, vescovo di Lecce intorno alla metà del 1600. La Cattedrale, il Palazzo Vescovile, il Seminario e il Campanile che sovrasta la grande piazza seguono la fisionomia barocca, arricchiti da motivi decorativi, ghirlande di fiori e frutta, greche e stemmi.

L’arte barocca si respira in ogni angolo della città, dalle dimore gentilizie alle cornici delle finestre, dalle cappelle ai decorati balconi. Ma è in piazza sant’Oronzo che i leccesi si danno appuntamento per un caffè, nel grande salotto baciato dal sole, sintesi di antiche storie e cultura. E’ qui che l’antica Lupiae riaffiora con i suoi simboli, come l’Anfiteatro romano, costruito in età Augustea nel I-II secolo d.C, riportato alla luce all'inizio del Novecento. L'armonioso palazzetto del Sedile, antica sede del Municipio e la colonna, donata dalla città di Brindisi per cercare di adornare la spoglia piazza, con la statua di Sant'Oronzo, protettore della città, sono solo alcuni dei segni d’arte che attorniano il piccolo gioiello sommerso.

Per lasciarsi ammaliare dalle bellezze leccesi basta veramente poco, solo scarpe comode e sguardo puntato all’insù. Sono tanti, infatti, gli itinerari che fanno rivivere, secondo le antiche strade del centro alla scoperta di tutti i segreti della città, un’esperienza magica tra sapori e profumi mediterranei . La poesia del barocco farà il resto.

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