Piccolo manuale di sopravvivenza al Natale salentino
Si sa, uscire illesi dalle festività è un'impresa, sopravvivere al Natale nel Salento è da veri eroi!
Se c'è una cosa che il salentino-tipo sa fare benissimo è rispettare le tradizioni, soprattutto quando hanno a che fare con il cibo. Ecco perchè osservare il cerimoniale natalizio è una cosa seria, da seguire pedissequamente e con tanto, tanto impegno. Che tu sia un salentino doc o il parente del salentino doc che ha ancora poca dimestichezza con gli usi e costumi delle popolazioni autoctone, ti aiutiamo noi a districarti in questo impervio cammino.
1. Ogni Natale nella savana salentina una donna si sveglia e sa che dovrà correre più veloce della sua "cummare" per non farsi trovare impreparata. Che tu sia una donna fresca di anello al dito o una brava massaia con anni di esperienza alle spalle, ricorda che la "buona crianza", specialmente sotto le feste, impone delle rigide regole. Sappi che la zia/cognata/vicina di casa di turno è dietro l’angolo. Non farti cogliere impreparata e prepara un paio di chili di purceddhruzzi, eddai.
2. (Per le donne) Tu e la cucina siete incompatibili. Sei sicura di essere salentina? A parte questo, mettici un po’ di impegno e fai del tuo meglio. Ricorda che, ad ogni modo, a casa della tua cummare si farà sempre la classifica del piatto riuscito meglio. Male che vada prenderai il premio purceddhruzzi “marmo di Carrara 2015”. Ma l’importante è provarci.
3. Auguri e baci. Tanti baci. Ovunque, a chiunque. Al macellaio, al signore che vedi una volta l’anno, all’amico del signore che vedi una volta l’anno e non sai minimamente chi sia. I salentini sono affettuosi e “core presciatu”, a Natale ancor di più.
4. Guerriero, sappi che ti aspetta una grande battaglia da portare avanti a tavola. Ci saranno sconfitte, molti abbandoneranno il campo, ma solo i migliori arrivano alla fine, il momento dell’ammazzacaffè (anche se il caffè sarebbe l’ultima delle cose da ammazzare). Quindi, tra una pittula e una fetta di arrosto, stiracchiati per fare un po’ di spazio a ciò che viene dopo e vai avanti. E' dura ma ce la farai.
5. Sappiamo che, solitamente, sederti accanto alla cugina che mangia poco ha i suoi risvolti positivi, ma oggi, o quantomeno per i pranzi delle feste, tienila lontana. Non farti tentare e ricordati che la strada è lunga e in salita, oggi non è necessario fare l’eroe che si immola con la scusa dello spreco alimentare.
6. I banchetti natalizi sono un’occasione di gioia, per stare insieme, ricordare, ma anche fare del sano, sanissimo gossip. Tra una lasagna e una pennetta anche una forchettata di fatti altrui ci sta bene, e le cummari salentine, si sa, sono delle campionesse nella disciplina.
7. Fatti altrui va bene, ma anche rimanendo in famiglia. E quindi “quando ti sposi?”. Se sei fidanzato e attendi ancora a fare il fatidico passo, sii evasivo, guarda davanti a te, concentrati su un punto fisso e riprova. Sei single? Se sei tra i coraggiosi ce la farai brillantemente a uscirne illeso, se sei sensibile puoi buttarti in allegria sul vino per non pensarci. Coraggio!
8. Hai impegni? Cancellali. Ogni festa che si rispetti nel Salento – a maggior ragione il Natale – dura, per contratto, non meno di 4-5 ore abbondanti. Se vuoi alzarti dal tavolo, a meno che tu non stia servendo, ti concediamo una pausa per andare in bagno o per il tempo di una sigaretta. Ed è già tanto, perché potresti perderti una portata. E chi si ferma è perduto.
9. Tombola sì o tombola no? Assolutamente tombola sì. Dopo la maratona natalizia, stremato ma ancora lucido, il prode guerriero salentino si lancia in uno dei migliori momenti delle feste: dare (e interpretare) i numeri. Quindi cercate di farvi valere nell’acquisto delle cartelle e sperate nella buona fortuna. Da lì sarà tutto in discesa. Ecco delle piccole perle da ricordare per non fare brutta figura: 14 sono “li curnuti”, 62 “lu mortu ccisu”, 87 “li patucchi”, e un “sona, fischia e canta” per ogni numero in –anta. E cercate di non fare caso al parente burlone che grida ogni due secondi “Tombola!”